Allo stato attuale l’assetto normativo relativo al sistema pavimento sopraelevato è in fase di discussione ed approvazione presso l’Uni. Il documento di norma, attualmente in esame, prende avvio da un documento redatto da Assofit (Associazione nazionale imprenditori finiture tecniche) che ha costituito la base di discussione del lavoro avviato in sede Uni dal gruppo di lavoro GL13 della sottocommissione Edilizia SC4, che rappresenta l’Italia nel Comitato Tecnico del Cen incaricato di predisporre la norma europea sui pavimenti sopraelevati secondo quanto è previsto dalla Direttiva Europea 89/106.
Il lavoro si incentra in particolare sull’analisi dei requisiti fondamentali indicati dalla direttiva europea, determinando le caratteristiche necessarie e le metodologie per verificarle.
Tale normativa — applicabile solo a quei sistemi di pavimentazione che grazie ai pannelli rimovibili forniscono un accesso integrale in qualsiasi posizione — rappresenta una valida guida anche per chi, progettista e/o utilizzatore, è interessato al prodotto pavimento sopraelevato.
Per questo motivo riteniamo di grande utilità anticipare alcuni contenuti della norma, in particolare quelli relativi ai parametri generali di resistenza meccanica, resistenza elettrica, comportamento al fuoco e caratteristiche acustiche. Infatti, la considerazione di tali parametri costituisce il primo criterio di valutazione per verificare l’attendibilità del prodotto pavimento sopraelevato.
Parametri normativi generali
Esistono parametri significativi per la scelta di un pavimento sopraelevato che si riassumono in una serie di requisiti posti dal mercato al prodotto.
Inizialmente le regole venivano dettate dagli utilizzatori storici dei pavimenti sopraelevati, ovvero le aziende del settore information technology di provenienza americana o i grandi enti nazionali.
A tutt’oggi, non essendo riconosciuto il prodotto, gli argomenti legislativi sviluppati riguardano il campo edile in genere inclusa la Direttiva Cee 89/ 106 che indica i requisiti essenziali per i prodotti delle costruzioni:
Resistenza meccanica
Questo valore viene misurato ed espresso esclusivamente dalla resistenza al carico concentrato.
I valori di resistenza vengono espressi in funzione di una “freccia” e quindi della flessione che il pavimento tecnico subisce sotto un determinato carico. La freccia di riferimento è di 2,5 mm (a prescindere dal tipo di materiale costruttivo viene accettato quel pannello che, sottoposto ad un certo carico tramite un punzone quadrato di 25 mm di lato, non abbia una flessione superiore a tale misura).
Bisogna inoltre considerare il concetto di flessione “stabilizzata”, cioè la resistenza prolungata al carico del sistema pavimento sopraelevato nella sua complessità.
E’ consuetudine inoltre esprimere il fattore di sicurezza 2, parametro che serve a verificare che il pannello non si rompa quando viene provato con un carico pari a 2 volte il carico di utilizzo normale.
A livello europeo si tendono a suddividere i pavimenti in quattro categorie di portata:
Resistenza elettrica
La progressiva necessità di dotare l’ufficio terziario di apparecchiature elettroniche, impone, per il loro buon funzionamento ed anche per la sicurezza delle persone, che il pavimento sopraelevato abbia un livello di resistenza elettrica adeguato.
I valori devono essere mediamente compresi tra 1,5×105 ohm e 2×1010 ohm. Entro questo delta un pavimento sopraelevato si può considerare antistatico. I pavimenti destinati a locali diversi dai Ced possono avere resistenze elettriche lievemente superiori.
Bisogna considerare che, a prescindere dalla composizione del pannello, l’antistaticità del pavimento sopraelevato è determinata dal piano di calpestio e quindi dal rivestimento.
Fra i materiali di copertura con comportamento antistatico rientrano: linoleum, pvc antistatici, laminati plastici.
Il grado di resistenza elettrica di legni e pietre, invece, dipende dal tipo di trattamento superficiale. Si intendono conduttivi pavimenti che hanno valori dal 1,5×105 fino a 1,5×107 ohm. Hanno utilizzi particolari in ambienti con apparecchiature elettroniche molto sofisticate. Per garantire la conduttività è necessario che non solo i rivestimenti ma anche l’anima strutturale dei pannelli sia conduttiva. L’anima del pannello può essere fatta o in conglomerato di legno conduttivo, ad esempio addizionato di grafite, o in conglomerato di legno reso conduttivo da un ponte che garantisce il passaggio di cariche elettrostatiche dalla parte superiore alla parte inferiore del pannello. Lo stesso discorso vale per i materiali inerti.
Comportamento al fuoco
In questo concetto si riassumono tre requisiti fondamentali:
* resistenza al fuoco
* reazione al fuoco
* carico di incendio.
La caratteristica della resistenza al fuoco si valuta sulla base di tre parametri:
— stabilità meccanica (R);
— tenuta alla fiamma (E);
— isolamento termico (I).
Le prove e certificazioni indicano quanti minuti il pavimento mantiene inalterate le proprie caratteristiche.
La reazione al fuoco esprime il comportamento di un pavimento sopraelevato sottoposto a tentativo di ignizione (innesco di fiamma) dall’esterno. Più basso è il valore — che si esprime in classi — migliore è il comportamento del materiale al fuoco.
Non sempre è approfondito il problema del carico di incendio che, invece, è un aspetto fondamentale e complesso, dal momento che il calcolo di questo valore deve tenere in considerazione tutti i materiali presenti nell’ambiente.
E’ valsa negli anni la tendenza di una richiesta di certificazione Rei molto elevati; tendenza derivata dal comportamento dei progettisti a porre richieste sovradimensionate rispetto alle reali necessità. Prevale invece, attualmente, un atteggiamento di revisione critica del concetto di comportamento al fuoco, non più analizzato per singole componenti ma secondo una logica complessiva.
Caratteristiche acustiche
La normativa specifica è allo studio: per il momento ci si affida alle prove effettuate nei settori affini (pareti divisorie, rivestimenti di copertura).
Da prove effettuate nel settore specifico, utilizzando diverse tipologie di rivestimenti e di pannelli, risulta che il livello di rumore in ambiente, dovuto prevalentemente al calpestio, varia non tanto in funzione della composizione del pannello quanto piuttosto in funzione del rivestimento di superficie.
Anche l’altezza della struttura influisce sulla trasmissione del rumore in ambiente, in modo direttamente proporzionale alle suddivisioni interne al plenum, ragion per cui l “effetto rimbombo” rimane per lo più una prerogativa degli spazi aperti.
Il pavimento sottoposto al calpestio genera un rumore più o meno intenso a seconda della:
In sostanza il rumore è legato alla massa in modo inversamente proporzionale, ovvero all’aumentare della massa del pavimento sopraelevato corrisponde una diminuzione del rumore provocato. Se, dunque, l’esigenza di comfort acustico è per la committenza quella prioritaria, può essere una buona regola quella di utilizzare un pannello in conglomerato minerale inerte. Fermo restando che questa scelta comporta costi di un certo livello e comunque una valutazione attenta anche della finitura di copertura.